Sale della Rift Valley
Tanzania, Regione di Singida, Distretto di Manyoni, villaggi di Chibumagwa, Majiri, Ikasi e Kinangali
Ottobre 2015 – Dicembre 2016
In Tanzania il sale, oltre che da produttori di grande e media scala, è prodotto da circa 5000 piccoli produttori che soddisfano tra il 20 e il 40% della domanda nazionale annua. La produzione in particolare è concentrata in due zone: la costa dell’Oceano Indiano e nell’entroterra lungo le paludi della Rift Valley. L’area di progetto rientra nelle zone umide del distretto di Manyoni, lungo la Rift Valley poiché qui vi sono molti piccoli produttori, per la maggior parte donne, dediti all’estrazione del sale dalle sabbie di palude. A livello sociale la produzione di sale è un’importante attività generatrice di reddito ma il limitato accesso ad assistenza tecnica e a risorse finanziarie nonché l’impiego di tecnologie di produzione molto scadenti, generano attualmente alti impatti a livello ambientale, a causa della quantità di legna che viene bruciata per la produzione, e bassa qualità del sale prodotto, impuro e spesso contaminato, risultando rischioso per la salute umana e animale.
Il progetto mira a realizzare un impianto di piccola scala di produzione del sale con tecnologie a maggior efficienza energetica e a migliorare la qualità del prodotto finito. L’introduzione di queste tecniche più efficienti ed appropriate comporta da un lato la riduzione della deforestazione e di conseguenza dell’impatto ambientale della produzione e dall’altro un miglioramento del prodotto finale, non solo più sicuro ma anche più ricco di iodio. La miglior qualità del prodotto finito scaturirà in un ampliamento delle possibilità di commercializzazione del prodotto e di creazione di reddito per i piccoli produttori locali.
I beneficiari sono 4 villaggi rurali: Kinagali, Majiri, Chibumagwa e Ikasi. La popolazione di questi villaggi è dedita principalmente all’attività agricola di sussistenza e all’allevamento. La produzione di sale è una delle poche fonti di reddito commerciale. Secondo i dati raccolti, circa 2/3 della popolazione dei villaggi, per lo più donne, tra fine maggio e ottobre (durante la stagione secca) è impegnata nella raccolta del sale.
Introduzione della tecnica solare di cristallizzazione del sale, che pur essendo più lenta, garantisce un impatto ambientale minore. Il miglioramento della qualità del prodotto sarà ottenuto con: una maggior razionalizzazione dell’estrazione grazie a un sistema di preparazione della salamoia, che consente di ottenere la massima estrazione di sale dalla sabbia; con l’abbassamento della carica batterica del sale grazie al miglioramento del confezionamento; con l’introduzione di semplici tecniche di iodinizzazione per garantire il sufficiente contenuto di iodio nel sale.
Missione dei Padri del Preziosissimo Sangue di Chibumagwa